Le persone con disagio mentale vivono il dramma della solitudine relazionale, tendendo all’isolamento. Queste persone necessitano di riabilitazione psicosociale, volta al sostegno e alla riacquisizione della propria autonomia. Ciò avviene attraverso la riscoperta delle proprie capacità, la trasformazione in competenze e la promozione delle capacità espressive intra-gruppali.
A questo scopo l’attività dell’orto e della cucina crea relazioni ed il sentimento di appartenenza di gruppo, mobilita tutti i sensi, favorisce la cura di sé, la riappropriazione corporea. Esiste un rapporto tra cibo e salute, tra cibo e malattia.
Le persone con disagio mentale hanno un rapporto particolare con il cibo: gli aspetti sensoriali vengono latentizzati per cui, in gran parte dei casi, il cibo è divorato (senza degustazione e contatto). Esistono numerose evidenze scientifiche che spiegano come gli alimenti agiscono sulla biochimica cerebrale influenzando pensieri e azioni.
Ricercatori dell’Unità di Neuroimaging Quantitativo del San Raffaele di Milano hanno condotto uno studio in cui dimostrano che il tipo di alimentazione modifica i circuiti neuronali che si attivano alla vista di scene di sofferenza umana e animale, determinando un maggiore grado di empatia nelle persone vegetariane, rispetto a quelle onnivore. Nella biochimica cerebrale questo avviene grazie all’azione della serotonina, uno dei neurotrasmettitori utilizzati dalle cellule nervose che induce uno senso di tranquillità e gioia, attenua gli stati d’ansia e depressivi e agisce sui ritmi circadiani favorendo il sonno. L’azione di questo neurotrasmettitore dipende dalla sua concentrazione varia a seconda del tipo di cibo consumato. La serotonina viene sintetizzata a partire dal triptofano, aminoacido essenziale che si trova in molti alimenti vegetali, es. nei semi oleosi, nella frutta in guscio, nei legumi, nei cereali integrali, ma anche in frutta e verdura fresca.
L’idea di fondo è di trasformare un terreno incolto in un orto, dove persone di età, esperienze, abilità e competenze diverse si ritrovano per sperimentare tecniche di agricoltura pulita, per cucinare ciò che è stato prodotto e per promuovere occasioni di incontro, accoglienza ed integrazione.
Il progetto prenderà vita nel parco del Centro Kaos.
In uno spazio del parco sarà allestito l’Orto dove si realizzerà una esperienza viva di produzione alimentare: coltivazione di verdure, ortaggi e piante officinali condotta dagli utenti del Centro Kaos ed aperta a persone esterne. Inoltre sarà allestito il Paese delle Api con relative Arnie. I prodotti della terra ed il miele verranno tradotti dagli utenti del centro in squisite pietanze offerte durante gli eventi di incontro.
I principali obiettivi:
- La fruizione personale e gruppale del rapporto attivo con la natura ed i suoi elementi attraverso le differenti stagioni;
- Apprendimento della “cura di sé” e del proprio potenziale attraverso la cura dell’orto e delle varie dimensioni che il progetto implica (relazionale, organizzativa, creativa, teorica e pratica.;
- Recuperare benessere psico-fisico;Favorire il senso di responsabilità nel prendersi cura di organismi viventi in un ambiente salubre.
- Utilizzare i prodotti della propria terra;
- favorire i rapporti con l’esterno e la costruzione di un ruolo sociale positivo attraverso la realizzazione di momenti finalizzati a mostrare e condividere i prodotti delle attività;
- Stimolare la creatività, la pianificazione, l’orientamento, l’organizzazione spazio- temporale e la risoluzione dei problemi;
- Tollerare frustrazioni e gestire imprevisti in modo costruttivo e positivo;
- Stimolare la partecipazione, l’instaurarsi di una relazione e condivisione tra i vari partecipanti;
- Migliorare l’autostima e la sicurezza/consapevolezza nelle proprie capacità;
- Aumentare i tempi di attenzione e concentrazione;
- Migliorare la capacità di occuparsi della propria igiene personale.
Data di inizio: Gennaio 2018 – Data di conclusione: Dicembre 2020